Approvata il 10 Dicembre del 1948 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani aveva come obiettivo fondamentale scongiurare il ripetersi dei crudeli ed efferati massacri compiuti nel corso della Seconda Guerra Mondiale. E già nel preambolo della Dichiarazione che sono ben chiariti gli intenti perseguiti, poiché si annuncia che «il disconoscimento ed il disprezzo dei diritti umani hanno portato ad atti di barbarie che offendono la coscienza dell’umanità».
Alla luce di questi avvenimenti, dunque, si ritiene fondamentale che «i diritti umani siano protetti da norme giuridiche, se si vuole evitare che l’uomo sia costretto a ricorrere, come ultima istanza, alla ribellione contro la tirannia e l’oppressione». Al fine di evitare nuovi eccidi, violenze, persecuzioni e massacri umani, la Dichiarazione afferma come ogni uomo goda di diritti inalienabili, a prescindere dalla razza, dal sesso, dalle idee politiche e religiose.
Il testo fu scritto dalla Commissione dei Diritti Umani, di cui Eleanor Roosevelt, vedova del presidente statunitense Franklin, abile attivista politica e grande sostenitrice dei diritti umani, era Presidente. Ella era a capo di un comitato, creato appositamente dal Consiglio Economico e Sociale delle Nazioni Unite, costituito da 8 componenti, scelti in base al principio della più ampia rappresentatività geografica. La commissione iniziò la sua attività nel 1947, anche se l’intero testo della Dichiarazione vide la luce solo nel settembre dell’anno successivo.
La struttura della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani
Focalizzando l’attenzione sui contenuti, si può evidenziare come la Dichiarazione sia composta da 30 articoli. L’introduzione è rappresentata da un preambolo, che raccoglie i diritti fondamentali ed inalienabili dell’essere umano, sottolineando come libertà, pace e giustizia rappresentino la base su cui potrà fondarsi la dignità di ogni uomo. Di peculiare rilevanza, meritando una menzione speciale, sono gli articoli 1, 2 e 14. In particolare, gli articoli 1 e 2 evidenziano l’importanza inderogabile dei valori della dignità, eguaglianza, libertà e fratellanza.
L’articolo 14, dal canto suo, tutela il diritto di ogni essere umano nel cercare e ricevere asilo in caso di conflitti e persecuzioni. Contenuto che, poi, diverrà inderogabile con l’entrata in vigore della Convenzione di Ginevra del 1951 in tema di status dei rifugiati. I restanti articoli, invece, evidenziano come il diritto alla vita, all’uguaglianza davanti alla legge, alla presunzione di innocenza, la libertà di movimento, pensiero, espressione, coscienza e religione siano assolutamente inalienabili e fondamentali. Inoltre, stabiliscono l’assoluto divieto della riduzione in schiavitù e alla tortura.
La Dichiarazione, poi, completa e appoggia i diritti civili, politici, economici, sociali e culturali, dichiarando il diritto alla proprietà privata, alla sicurezza sociale, all’istruzione, al lavoro, alla libera scelta dell’attività professionale dal svolgere, ad una giusta ricompensa, al fine di condurre un tenore di vita dignitoso. La complementarità si realizza secondo quanto previsto dal principio di interdipendenza dei diritti.
La Dichiarazione Universale dei Diritti Umani oggi
Nel tempo trascorso, e siamo giunti a quasi 75 anni dalla sua approvazione, la Dichiarazione si è trasformata, innovandosi. Infatti, alle origini, non rappresentava uno strumento dal valore giuridico vincolante. Situazione che si è modificata, portando il documento a diventare il cuore pulsante del sistema internazionale della protezioni dei diritti umani e propedeutico per la creazione della convenzioni che si sarebbero succedute negli anni a venire.
Infatti, l’entrata in vigore della Dichiarazione ha permesso di portare alla stipula del Patto Internazionale sui diritti civili e politici ed il Patto Internazionale sui diritti economici, sociali e culturali, oltre che di numerosi protocolli e documenti successivi. Infatti, la Dichiarazione è ancora la stella polare che guida la lotta in tema di protezione di diritti umani, divenendo il cuore del diritto internazionale e rappresentando, allo stesso tempo, uno dei traguardi più importanti raggiunti nella storia dell’umanità.